INTERVISTA KAIZER

1) Allora ti chiedo, c'è un'esperienza di fondo che ti ha spinto a fare un pezzo del genere, trattando certe tematiche, oppure è l'esperienza di tutti i giorni che ti ha spinto a fare una riflessione ulteriore? Queste sono tematiche ritenute talvolta banali e straripetute, ma secondo me parlarne non è mai tempo perso, anche perché poi quello che conta sono i fatti... tante belle parole, ma poi i fatti? Tu ritieni di metterle in pratica?

La discriminazione non rientra fra le caratteristiche della mia persona, ed è da una vita che provo a combatterla. Io, in prima persona, nonostante la mia timidezza, tendo a coinvolgere sempre e comunque le persone, specialmente quando le vedo ingiustamente "tagliate fuori"; ciò che spaventa invece è che spesso e volentieri gesti simili stupiscono e fanno scalpore, quando dovrebbero essere la normalità assoluta. Poi, c'è anche da dire che "Ciao Mostro" ha infinite chiavi di interpretazione, quella del "Mostro" come diverso è la più plateale: spesso il Mostro che cerchi è dentro di te da sempre.



2) Questa traccia di cui abbiamo appena parlato, "Ciao Mostro", sarà contenuta nel tuo prossimo album, dal titolo "L'Uomo In Pausa", in uscita quest'anno. Sono inoltre uscite anche altre 2 tracce... Ci puoi svelare qualcosa in più riguardo quest'album, oppure è ancora tutto top secret?

Vorrei poterti dire di più, ma per ora so poco pure io! Posso dirti che è già terminato, che conta ventuno tracce inedite ed autoprodotte, e che dura 78 minuti, tra musica, dialoghi, effetti sonori. Ho voluto impostare il lavoro più come un lungometraggio musicale, voglio che racconti la storia di un uomo che all'interno della routine riesce a rinascere e morire in cinque minuti di pausa-lavoro.



3) Nel 2011 invece hai fatto uscire una demo, "Kaizerstep" parecchio diversa rispetto a quello cui erano abituati i tuoi fans, dove rappi su basi dubtep ed elettroniche. Come mai questa scelta di fare un prodotto sperimentale?

Ti prego, non chiedermi se l'ho fatto grazie al rapper con il teschio in faccia. Nutro infinito rispetto e tantissima stima per Maurizio, ma tutto quanto è nato un po' prima.
Sono sempre stato affascinato da queste sonorità, grazie al mio caro amico Randy Marsh. Kaizerstep è un progetto nato a fine 2010, sono stato ispirato definitivamente dal sodalizio umano ed artistico con i miei amici e colleghi "The Strangers", e da inizio 2011 ho iniziato a scrivere soprattutto su musiche elettroniche. Le esigenze erano varie: sperimentare nuove attitudini, nuove rime, nuove metriche, nuovi stili; affrontare contesti completamente nuovi, risciacquare la testa dopo un anno e mezzo in studio per "L'uomo in pausa", ed avere un repertorio live da proporre in determinati ambienti, dove canzoni come "Ciao Mostro" o "True Stories" (altra traccia estratta da "L'uomo in pausa" pubblicata pochi giorni fa) non farebbero altro che annoiare. Kaizerstep è una fuga dalla noia, nulla da prendere sul serio.



4) E' del 2010 invece il tuo libro, "Il Quadrato dell'Esistenza" scritto insieme ad Andrea Atzei. Sentivi l'esigenza di staccarti un attimo dalla musica e provare qualcosa di nuovo, oppure più semplicemente ami ogni forma d'arte e quindi ti piace esplorare anche confini estranei alla musica?

Veramente, la musica è arrivata dopo: ho sempre scritto in prosa, ancora prima che in versi. Questo progetto è nato in maniera molto spontanea, con il Master c'è stata da subito questa affinità d'arte e di pensiero, ed il libro è semplicemente la somma di tutti i discorsi affrontati assieme davanti ad una tazza di caffè.



5) Parlando proprio di arte, tu puoi essere sicuramente definito un artista a 360°, in quanto oltre a rappare produci pure basi, ti sei dedicato all'arte del writing, hai scritto un libro... Quando ti sei accorto di questa tua passione per l'arte in generale? In futuro hai intenzione di dedicarti pure ad altre forme, non so per esempio cinema?

Ho già lavorato ad un lungometraggio insieme al produttore Alessio Zara, chiamato "Fattu e lassau", come attore ed aiuto-regia, sei arrivato tardi!
Ho sempre avuto una fortissima necessità di trovare vie alternative di espressione, in quanto non sono mai stato bravo ad utilizzare le parole. Ho una pessima capacità di sintesi. Lavoro da molti anni con grafica, fotografia, musica, scrittura, videoproduzione, e ancora cerco qualcosa di nuovo per esprimere ciò che non è ancora venuto a galla di Luca.



Vi ringrazio per l'intervista e per aver dedicato un intero articolo alla mia "Ciao Mostro", ne sono lusingato, e lui ne sarebbe felicissimo.
Buona fortuna per tutto ragazzi, un abbraccio.

Kaizer